NO all’iniziativa popolare “Per il futuro della nostra natura e del nostro paesaggio (Iniziativa biodiversità)”
L’iniziativa popolare su cui siamo chiamati ad esprimerci mira ad una maggiore protezione della natura, del paesaggio e della biodiversità. In linea di principio come si può non essere d’accordo e non voler difendere e proteggere il nostro meraviglioso patrimonio ambientale? Chi è contrario a rispettare e tutelare la nostra natura? A parole si direbbe nessuno, nei fatti è sufficiente farsi una passeggiata nei boschi, un’immersione nei laghi, un salto in un centro commerciale o in aeroporto per capire di quanto, in realtà, molta gente parli bene e razzoli nel menefreghismo. Siamo custodi di una fortuna immensa, ereditata e non certo guadagnata, ma spesso troppo pigri, ignoranti e svogliati per dei gesti che la possono salvaguardare. E poiché spesso nei gesti e nelle scelte quotidiane non siamo all’altezza della meraviglia che ci circonda, ogni pochi anni si lancia un’iniziativa per costringere la società a passi estremi, quando non è nemmeno in grado di piccoli ma costanti sforzi, per la maggior parte dei casi nell’ambito di responsabilità di ogni singolo individuo. Meditiamo! Premesso ciò, entriamo nel dettaglio dell’iniziativa. Essa chiede che vengano create molte più superfici protette, da inserire negli inventari federali, creando così nuove aree di importanza particolare e degne di maggiore tutela. Zone, quindi, su cui sarà molto complesso, se non addirittura impossibile, sviluppare progetti agricoli, infrastrutturali o energetici, ad esempio. Richiede inoltre che si stanzino maggiori fondi per la protezione della biodiversità (attualmente si spendono a livello federale circa 600 milioni di franchi che si ipotizza, in modo approssimativo, possano arrivare a 1 miliardo in seguito all’accettazione dell’iniziativa). In poche parole, si vuole rendere molto più difficoltoso, a priori, intervenire in ambito infrastrutturale, energetico o agricolo, aumentando le zone da proteggere, senza se e senza ma, e i divieti relativi. Noi siamo contrari a questa iniziativa poiché toglie il margine di manovra necessario per valutare caso per caso i singoli interventi, poiché rischia di limitare la capacità di produzione agricola e poiché introduce disposizioni controproducenti (meno agricoltura indigena significa più importazioni, quindi maggiore inquinamento, quindi più danni alla natura, quindi meno biodiversità). Si aumentano in modo massiccio le zone “intoccabili”. Lanciando l’iniziativa si scrive che la distruzione della natura ha raggiunto livelli allarmanti con gravi conseguenze per il futuro dei nostri figli. Un giorno o l’altro bisognerà cominciare a chiedersi quanti nostri figli la natura sia disposta ancora ad accettare e nutrire, aprendo la discussione sul tema della sovrappopolazione, con tutte le sotto-problematiche, non solo di natura ambientale, che essa comporta. Ma il tema è ostico ed è più facile pensare che ci sia tutto per tutti, sempre e comunque e in quantità illimitata, che tanto la gente può vivere sulle nuvole, viaggiare su strade immaginarie, consumare cibo invisibile. La natura continua ad arretrare per far posto a nuovi insediamenti e costruzioni e infrastrutture? Sì. Lanciamo iniziative per difendere la biodiversità, ma cresciamo di 100 mila abitanti ogni anno! È così difficile vedere il nesso? Vogliamo curare il mal di testa con uno sciroppo per la tosse. Possiamo votare simili progetti di tutela ambientale ogni giorno, ma a questi ritmi di crescita saranno inutili e impraticabili prima ancora di entrare in vigore, creando però i danni che abbiamo brevemente illustrato e senza risolvere alcun problema. Se non quello di farci sentire belli e amanti della natura, a parole. Raccomandiamo di respingere l’iniziativa e di allargare lo sguardo su un tema che, se affrontato, potrebbe aiutare, di rimbalzo, a migliorare molti ambiti in maniera duratura e sensata. E non dimentichiamo che ogni giorno prendiamo decine di scelte individuali che possono tutelare e salvaguardare la natura, indipendentemente dalla politica e dalle votazioni.
Sì alla modifica della legge federale sulla previdenza professionale per la vecchiaia, i superstiti e l’invalidità (LPP) (Riforma della previdenza professionale)
Sì alla costruzione di un nuovo edificio per il centro di formazione della protezione civile Meiersboda, Churwalden