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No alla riforma AVS

NO a una riforma inutile

La riforma della previdenza 2020 è sicuramente il tema di grande rilevanza su cui saremo chiamati a votare domenica 24 settembre.

Il progetto è stato diviso in 2 votazioni, il decreto per il finanziamento supplementare dell’AVS e la riforma della previdenza per la vecchiaia 2020. L’entrata in vigore della riforma necessita l’approvazione del popolo in ambedue gli oggetti.

Il numero dei pensionati in Svizzera entro i prossimi trent’anni passerà da 1.5 milioni a 2.6 milioni, mentre il numero di giovani resterà al di sotto dei 2 milioni. Sempre meno persone attive finanziano le rendite AVS: nel 1948, anno di creazione dell’AVS, per ogni pensionato vi erano 6,5 persone attive, fra trent’anni questo riferimento diminuirà a meno di 2 persone per pensionato. Una riforma dell’AVS è necessaria, ma gli oggetti in votazione non risolvono il problema, fra circa 10 anni l’Istituzione AVS sarà di nuovo in precario stato.

Secondo noi questa votazione deve essere respinta perché a subirne le conseguenze sarebbero i giovani che dovranno pagare più contributi e un’IVA maggiore risolvendo il problema dell’AVS solo a medio termine e senza dunque salvaguardare le pensioni nel futuro.

Anche per i pensionati attuali ci saranno dei disagi. A loro, infatti, non sarà aumentata la rendita AVS di 70 franchi mensili ma dovranno comunque pagare più contributi e sopportare l’aumento dell’IVA. Questo è ingiusto e contraddice il pensiero centrale dell’AVS, secondo il quale tutti sono trattati allo stesso modo.

L’Istituzione AVS, nel 2016, ha chiuso i conti con un deficit operativo pari a 766 milioni di franchi. In altre parole, l’AVS ha versato 766 milioni in più rispetto alle entrate. Solo grazie all’utilizzo del fondo AVS, in continua erosione, è stato raggiunto il pareggio. Chi, nonostante conosca queste cifre, desidera aumentare le rendite AVS, non è responsabile verso le giovani generazioni oppure non sa calcolare. Oggi dobbiamo mettere l’AVS su un fondamento sicuro e a lungo termine. La ricetta è una sola ed è veramente logica: diminuire le uscite e aumentare le entrate.

Il modello scelto, ossia di aumentare i contributi aumentando nello stesso tempo le uscite, non risolve il problema ma semplicemente lo rimanda di circa 10 anni. Per questo motivo consigliamo di votare NO al decreto e all’aumento dell’IVA affidando così il compito al Parlamento di elaborare una vera riforma dell’AVS che garantisca il finanziamento a lungo termine.

 

SI al decreto federale sulla sicurezza alimentare

Affinché le superfici coltivabili siano tutelate dalla Costituzione federale al fine di favorire l’economia e la produzione alimentare indigena di qualità, raccomandiamo di sostenere con un SI questo decreto.

 

UDC Valposchiavo